Il 10 agosto 1557, giorno di San Lorenzo, l’esercito spagnolo sconfisse i Francesi di Enrico II nella battaglia di San Quintino. In quell’occasione il re spagnolo, Filippo II sovrano di Castiglia e Aragona da poco più di un anno, promise solennemente di costruire un convento dedicato a San Lorenzo. Il frutto della sua promessa è l’immenso complesso dell’Escorial, monastero e reggia insieme, costruito sul versante meridionale della Sierra de Guadarrama, 50 km a nord-ovest di Madrid. I lavori, su progetto dell’architetto Juan Bautista de Toledo, iniziarono nel 1563 e al loro termine, nel 1584, l’Escorial comprendeva, oltre al Convento e al Palazzo Reale, anche una basilica, una biblioteca e un seminario. La pianta del complesso, un parallelepipedo di granito chiaro che si estende su una superficie di più di 30.000 metri quadri, sarebbe ispirata, secondo la tradizione, alla forma della graticola su cui fu martirizzato San Lorenzo, come sembra ricordarci l’immensa statua del santo posta sopra la porta ovest.
Dalla porta principale del complesso, attraverso il Patio de los Reyes, così chiamato dalle sei statue dei re d’Israele che lo ornano, si accede all’immensa basilica, decorata con affreschi di Luca Giordano (1695 circa), nel cui interno, cupo e solenne, si trovano oltre cinquanta altari, tra cui spicca l’altare maggiore in diaspro e marmo rosso. E dietro l’altare maggiore è conservata una parte della impressionante collezione di reliquie di santi appartenuta al devotissimo Filippo II. La statua in bronzo del re, opera di L. e P. Leoni, si trova all’entrata del reliquiario. Sotto la chiesa il Pantéon de los Reyes si trovano le tombe in marmo dorato di molti re spagnoli, mentre quelle dei principi si trovano nel vicino Pantéon de los Infantes, dal quale si accede alla Sacristía e alle Salas Capitulares. Qui sono esposte, in parte nella loro collocazione originale, opere di Velázquez, El Greco, Tiziano, Tintoretto, Rubens, Bosch. In realtà la maggior parte dei dipinti che si trovavano all’Escorial è stata trasferita al Museo del Prado, ma quello che rimane si trova esposto in una serie di stanza chiamate Museos Nuevos, che ospitano una vera e propria pinacoteca con opere, tra gli altri, di Gerard David, Dürer e Zurbarán e un museo di architettura.
Alla parte non religiosa dell’Escorial appartengono la biblioteca e il Palacio Real. La biblioteca vanta una collezione di 40.000 volumi, tra cui alcuni importanti manoscritti arabi e l’antichissimo Codex Aureus risalente al 1093, alcuni dei quali sono esposti nella splendida sala di lettura, lunga ben 54 metri, decorata dai vivaci affreschi di P. Tibaldi e B. Carducci. Il Palacio Real si estende su due lati del complesso architettonico dell’Escorial e comprende, tra le numerose sale di rappresentanza, l’appartamento dei Borboni, dove è esposta una serie di preziosi arazzi, e la Habitación de Felipe II, le stanze private del re, situate attorno al cortile centrale. Tra queste notevole la stanza da letto, detta Cella per la sua monacale austerità, in cui Filippo II morì il 13 settembre 1598. La cella era stata costruita per volere del re in modo che dal letto fosse visibile l’altare maggiore della chiesa e in essa è ancora esposto un quadro di Hyeronimus Bosch (Il carro del fieno) autore prediletto da Filippo II per le sue terribili visioni dell’oltretomba.
Una notevole vista su tutto il complesso dellΓÇÖEscorial, con le sue quattro torri angolari e la maestosa cupola della basilica, si ha dalla Silla de Felipe II, punto panoramico situato su unΓÇÖaltura 3 km a sud dellΓÇÖEscorial, da cui si dice che il sovrano stesso abbia seguito i lavori di edificazione della propria reggia.